formare individui capaci di assumere una posizione, esprimere un’opinione, ascoltare l’altro, trasformare un conflitto in possibilità di relazione.
In un tempo di frammentazione sociale, disillusione politica e crisi educativa, la necessità di riscoprire strumenti pedagogici capaci di costruire cittadinanza attiva è più urgente che mai. In questo scenario complesso, il teatro educativo si configura non come attività ricreativa, ma come pratica trasformativa che unisce dimensione artistica, riflessione critica e formazione civica.
L’Accademia Europea Formatori Teatrali (AEFT) promuove una visione in cui il teatro diventa spazio di consapevolezza e partecipazione, fondando un metodo replicabile, rigoroso e radicato nei più recenti riferimenti normativi europei ed educativi.
Quando il teatro entra nei contesti educativi, non porta solo tecniche di recitazione, ma introduce una nuova epistemologia: quella del corpo parlante, dell’incontro reale, del sapere incarnato.
I laboratori AEFT, ad esempio, si basano su metodologie attive che coinvolgono:
Simulazioni drammatiche su conflitti civici (es. bullismo, consenso, discriminazione);
Costruzione collettiva di scene partendo da esperienze biografiche;
Giochi cooperativi e performativi per sviluppare fiducia, ascolto e creatività sociale.
Queste attività non insegnano solo “a recitare”, ma formano individui capaci di assumersi una posizione, esprimere un’opinione, ascoltare l’altro, trasformare un conflitto in possibilità di relazione.

Il Consiglio d’Europa definisce la cittadinanza attiva come la partecipazione responsabile dei cittadini alla vita democratica, fondata sulla conoscenza dei diritti e dei doveri, sulla capacità di dialogo, e sulla solidarietà sociale.
La Raccomandazione del Parlamento Europeo del 22 maggio 2018 sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente individua nella competenza in materia di cittadinanza una priorità strategica: comprendere concetti sociali e politici, saper partecipare, cooperare, risolvere pacificamente i conflitti.
Il teatro educativo risponde a queste finalità con modalità:
- esperienziali: si apprende facendo;
- dialogiche: si costruisce sapere nella relazione;
- inclusive: ogni voce è parte dell’atto scenico e formativo.
Numerosi studi confermano l’impatto positivo del teatro nei contesti educativi e sociali. Secondo un rapporto UNESCO (2019), i percorsi di teatro nelle scuole migliorano:
le competenze socio-emotive, la partecipazione attiva alla vita scolastica, il rendimento in aree trasversali come lingua, storia e filosofia.
Un report dell’OCSE (2021) evidenzia come i metodi artistici abbiano un ruolo determinante nello sviluppo del pensiero critico e nella prevenzione dell’abbandono scolastico, soprattutto in contesti a rischio.
La pedagogia teatrale promossa da AEFT si fonda su questi dati, traducendoli in una prassi formativa strutturata e adattabile a diversi contesti educativi: scuola, comunità, carcere, mediazione sociale.
L’attività del Formatore Teatrale si innesta su un quadro normativo che, seppur frammentato, riconosce l’importanza dell’arte nella formazione integrale della persona:
- Legge 107/2015 – Introduce l’educazione ai linguaggi espressivi tra le finalità generali della scuola.
- Piano Triennale delle Arti (MIUR-MIBACT 2016) – Promuove l’integrazione delle arti performative nei curricula scolastici.
- Linee Guida per l’Educazione Civica (2020) – Riconoscono il valore dell’espressività teatrale come strumento di formazione civica.
A fronte di questo quadro, AEFT chiede il riconoscimento giuridico e formativo della figura del Formatore Teatrale e del affinché non sia più relegata al volontariato o a progetti estemporanei, ma riconosciuta come professione educativa ad alta specializzazione.
In molti Paesi europei, la connessione tra teatro e formazione è già formalizzata:
In Francia, il “professeur d’art dramatique” opera nelle scuole e nelle strutture sociali, con formazione universitaria dedicata.
In Germania, l’approccio Theaterpädagogik è riconosciuto a livello accademico e inserito nei percorsi per educatori e operatori sociali.
Nei Paesi scandinavi, le performing arts sono integrate nei curricoli sin dalla scuola dell’infanzia come strumenti di costruzione della democrazia partecipativa.
L’Italia, pur vantando esperienze pedagogiche d’eccellenza, non ha ancora un profilo professionale codificato per chi opera con il teatro in ambito educativo. L’AEFT intende colmare questo vuoto, contribuendo attivamente a costruire una cornice normativa e metodologica condivisa.
Ogni laboratorio teatrale, se condotto con consapevolezza e rigore, è una micro-democrazia in atto. Insegna ad ascoltare, a prendere parola, a coabitare lo spazio scenico e quello civico. Per questo, oggi più che mai, è urgente riconoscere e sostenere il teatro educativo come presidio sociale, educativo e politico.
L’AEFT invita istituzioni, educatori, artisti e cittadini ad aderire al Manifesto per il riconoscimento della figura dell’Educatore Teatrale: un passo necessario verso una scuola e una società più giuste, partecipate e umane.
Il teatro non è evasione: è immersione nella realtà, per cambiarla.
Firma anche tu il nostro Manifesto: https://www.aeft.it/manifesto-aeft
Costruiamo insieme l’educazione che vogliamo.